Caso Parma:rinviata la partita con il Genoa. Male l’incontro Manenti-Pizzarotti

Parma sede CollecchioUna situazione che con il passare delle ore si fa sempre più drammatica. Non c’è pace in casa Parma. L’incontro tra il neo patron Manenti e il sindaco Pizzarotti non ha dato purtroppo gli esiti sperati. La sensazione è che dopo ieri lo spettro del fallimento purtroppo sia sempre più vicino.

Bisogna dire che la giornata non era iniziata nel migliore dei modi con gli ufficiali giudiziari che si erano presentati nel centro sportivo di Collecchio ed avevano pignorato tutto il mobilio dello spogliatoio della prima squadra. Nelle stesse ore, inoltre, Donadoni, capitan Lucarelli, Mirante e Gobbi erano stati convocati dalla Procura di Parma in merito alla situazione del club emiliano come persone informate dei fatti.
Al termine dell’incontro così il capitano gialloblù aveva fatto il punto della situazione. “Siamo stati convocati. Dovevamo andare per forza. Abbiamo avuto l’appoggio della Serie A: non possiamo fare altro che ringraziare tutti. Manenti non è colpevole. Ghirardi? Lo invito a tornare. Tra i responsabili c’è anche Leonardi perché è lui che gestiva la società. Manenti? Vediamo se riesce a fornire garanzie”.

Manenti Parma bisA proposito di Manenti: ieri era dunque in programma il tanto atteso incontro tra il patron gialloblù e il sindaco Pizzarotti. Un incontro che si doveva svolgere al centro sportivo di Collecchio tra le 14:30 e le 15, e che poi è stato posticipato alle 16:30 presso il Municipio di Parma. Manenti era arrivato pochi minuti dopo le 16:30 e così aveva dichiarato alla stampa poco prima di entrare, accolto dagli insulti dei pochi tifosi presenti “I soldi arriveranno. Quando? Tra qualche giorno, abbiamo degli sponsor. Abbiamo un piano per salvare la società. Non mi preoccupa nulla ora. Andrò in Procura nei prossimi giorni. Volevo andare oggi ma non è stato possibile”.

Il patron gialloblù ha lasciato il municipio circa un’ora e un quarto dopo, uscendo in Piazza Garibaldi e percorrendo a piedi Strada della Repubblica per poi girare in Viale Mentana ,dove una volante della polizia lo ha caricato e lo ha accompagnato fino alla sua vettura. Circa una ventina di minuti, quasi un chilometro, il percorso fatto a piedi da Manenti, circondato dai giornalisti, i, quali volevano avere dei dettagli in merito all’incontro avuto con il sindaco. Un percorso lungo il quale il patron è stato nuovamente insultato pesantemente da parte dei tifosi e in cui ha rischiato il linciaggio da parte di un tifoso a dir poco inferocito, ma secondo quanto si apprende non ci sarebbe stato alcun contatto diretto. Il tifoso sarebbe stato fermato in tempo.
Lungo il percorso così Manenti aveva risposto ai tifosi che lo insultavano e contestavano “Pensate che il vero problema sia Manenti? Perché non avete contestato in questo modo anche chi c’era prima, visto che la mancanza di soldi non è da attribuire alla mia gestione? Io ho lavorato tutta la settimana. Ora sono qui, ho parlato con il sindaco: la riunione non è andata bene. Abbiamo finito di controllare la situazione debitoria: servono tanti soldi. Ma questo lo sapete meglio voi di me. Mi hanno telefonato anche Tevez e Morata ed erano arrabbiati. ‘Noi abbiamo segnato e non ne parla nessuno, lei invece fa casino e ne parlano tutti per quindici giorni consecutivi “. In serata è arrivata la smentita della Juventus: i due giocatori bianconeri non avevano minimamente contattato Manenti. Verrebbe quasi da chiedersi perchè sia stato fatto quell’accenno ai due giocatori.
In merito poi all’incontro, le dichiarazioni rilasciate in seguito dal primo cittadino Federico Pizzarotti non hanno bisogno di alcun commento “Non è un interlocutore credibile, se questo è il presidente chiudiamo lo stadio”.

Concludiamo questo nostro punto della situazione in casa Parma con la questione in merito alla partita di domani contro il Genoa: la squadra va in campo o no contro il Genoa?
Sempre nella matttinata di ieri il capitano Alessandro Lucarelli aveva così dichiarato “Non giochiamo a Genova. Non ci sono le condizioni. La Federcalcio dovrà ufficializzare il rinvio e, se non succederà, faremo sciopero. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Non ci sentiamo tutelati da nessuno. Fino al 6 marzo, quando è prevista l’assemblea, rimarremo fermi”.
Ultima parola spettava ovviamente alla FIGC e al Presidente Carlo Tavecchio, il quale alla fine ha deciso di rinviare anche la partita contro il Genoa comunicando alla stampa la decisione, al margine del consiglio federale di ieri, che ha stabilito tra le altre cose delle normative più rigide per chi vorrà acquisire un club di Serie A, tra le quali l’impossibilità da parte di una cordata o imprenditore di acquistare un club a 1 Euro. Cosa che, nel caso di Manenti aveva suscitato numerosissime polemiche. “Domenica il Parma non gioca, è un fatto grave ma mi assumo la responsabilità di questa scelta. Domenica scorsa è stata rinviata la partita perché i giocatori non volevano giocare a porte chiuse. Non ho voluto mortificarli. Poi non sono stati fatti i passi che avevo auspicato. Nessuno ha presentato i libri in tribunale, quindi non si è aperta una procedura fallimentare e non si è ancora potuto iniziare un esercizio provvisorio per aiutare il Parma. La Lega di A si è detta disponibile ad aiutare un soggetto credibile, che può essere solo il Tribunale. Il Parma è allo sbando, ma la Figc non ha nessuna responsabilità per il default del club né per quello che è accaduto dall’estate scorsa a oggi. In questo momento nessuno può dare un euro ad una società che sta fallendo, ma non è ancora fallita. Quindi, considerato lo stato d’animo dei calciatori, valutata la richiesta dell’Aic e dell’associazione degli allenatori, rinviamo la partita con il Genoa, ma sarà l’ultima volta”.

L’augurio veramente sincero è che la situazione in casa Parma possa migliorare anche se, con il passare delle ore, il rischio di una Serie A a 19 squadre con il Parma costretto al ritiro, ipotesi fino alla scorsa settimana mai presa seriamente in considerazione, comincia purtroppo ad essere sempre più di una mera ipotesi.

Rüdiger Franz Gaetano Herberhold

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